17.1 Dilshad

ISPIRAZIONE.
Il primo approccio di Pierre Guillaume alla tuberosa può essere visto come uno studio anatomico del fiore: una dissezione chirurgica delle sue sfaccettature olfattive fondamentali, la cui formula non ha altro scopo se non quello di raccontare ed esaltare questo fiore, dalle note di testa fino alle note di fondo.
La tuberosa è protagonista di uno scenario su misura.
In questa nuova opera, la tuberosa si mette al servizio di una storia e condivide la scena con un giovane protagonista... il pistacchio.

COMPOSIZIONE.
La complessità della tuberosa e la sua voluttuosa stranezza la rendono una bellezza difficile da sposare. Quando accordi macho di cuoi animalizzati non cercano di metterla a tacere, la circondiamo di valletti: Il gelsomino e il fiore d'arancio svolgono spesso “ruoli diplomatici secondari”.
È però nel pistacchio che Pierre Guillaume ha trovato un alter ego che può eguagliare colpo su colpo la diva floreale. L'amarezza e le note verdi che risuonano naturalmente al loro interno creano il legame coltivato dal profumiere; i fiori di tuberosa sembrano infondere un bagno di muschio e latte di mandorla, delicata evocazione della tecnica dell'enfleurage.

Pistacchio iraniano, latte di mandorle, tuberosa, opoponax, muschio.